L’ultrafiltrazione è un processo che utilizza membrane polimeriche organiche per filtrare particelle in base alle dimensioni ed è tipicamente usato per separare o rimuovere da un’acqua di scarico batteri e macromolecole con peso molecolare superiore a circa 300.000 dalton sia in applicazioni municipali che industriali; la configurazione in cui la membrana è usata all’interno di un processo biologico viene definita MBR acronimo dell’inglese “Membrane BioReactor” che indica il processo di depurazione delle acque a fanghi attivi (BioReactor) in cui la fase di separazione liquido-solido è eseguita per filtrazione su membrana (Membrane) invece che per sedimentazione come negli impianti a fanghi attivi convenzionali. Quando invece la membrana viene impiegata come finissaggio di un processo biologico viene definita TT acronimo inglese di Tertiary Treatement ovvero un processo il cui l’ultrafiltrazione ha lo scopo di rimuovere batteri e macromolecole a valle di un processo di sedimentazione secondario. Un’altra possibile applicazione delle membrane polimeriche è nella produzione di acqua potabile a partire da acqua di mare/fiumi/laghi etc.. in cui l’ultrafiltrazione viene introdotta come trattamento fondamentale per rimuovere solidi sospesi e batteri prima di avviare l’acqua agli stadi di polishing finale (carbone attivo/UV) e quindi alla rete di distribuzione.
Le membrane di aerazione rappresentano invece una tecnologia innovativa di recente introduzione spesso definita con l’acronimo inglese di MABR “Membrane Aerated Biological Reactor” e applicata nel trattamento delle acque reflue municipali che di basa sulla capacità dei biofilm batterici di svilupparsi e crescere sulle membrane che agiscono sia da supporto per la loro crescita che da mezzo attraverso il quali viene fornito l’ossigeno necessario alla loro riproduzione.